Massimiliano Elia, avvocato esperto di Diritto Bancario, Diritto Finanziario e di Finanza strutturata e Restructuring, oltre ad essere uno dei professionisti in Leading Law è anche una firma abituale del settimanale Plus de Il Sole 24 ore, che sabato, 28 novembre ,  nella rubrica Filo Diretto ha risposto alla domanda di  richiesta  di un aggiornamento sulla società Bio – on di cui, dopo il commissariamento sono sono state più diffuse notizie

30/11/2020

Gentile Redazione del Sole 24 Ore

Vi chiedo notizie sullo stato della società in oggetto. Dopo essere stata  commissariata non sono più comparse notizie in proposito. Posseggo un pacchetto azionario, caricato nel mio dossier titoli valutato ai prezzi dell’ultima pubblicazione prima della sospensione presso la borsa valori di Milano. Mi sembra di capire che ormai il pacchetto non ha più valore e tuttavia mi tocca sopportare l’imposta di bollo. Chiedo gentilmente di aggiornarmi sulla situazione della Società, se è opportuno mantenere il possesso dei titoli azionari, ovvero se è possibile dismetterli indicandomene le modalità.

Per poter fornire una risposta completa alla domanda del lettore occorre ricostruire brevemente il percorso che ha condotto una startup come Bio-on, nata nell’anno 2007 e specializzata in brevetti per bioplastiche, a raggiungere un valore di mercato superiore al miliardo di euro nel giro di pochi mesi nell’anno 2018.

La società quotata sulla Borsa Italiana nel mese di ottobre 2014 aveva collocato le sue azioni a 5 euro sul listino Aim e mantenuto pressochè stabile il valore sino all’anno 2018, allorquando una improvvisa impennata del valore dei titoli ha innescato una capitalizzazione superiore al miliardo di euro.

Il valore dei titoli ha successivamente subito una repentina discesa nel mese di luglio 2018 a seguito delle comunicazioni effettuate dal fondo americano Quintessential e pubblicate sui quotidiani esteri in cui venivano denunciate false fatturazioni della società oltre che la totale mancanza di prodotti realizzati sul mercato.

La portata di tali notizie, unitamente ad una situazione finanziaria evidentemente compromessa, provocò il crollo di circa 700 milioni di euro di capitalizzazione della società facendo scendere rovinosamente il valore dei titoli al punto tale che la Consob fu costretta a sospenderli temporaneamente dalle contrattazioni. Nella semestrale pubblicata due mesi dopo l’esplosione mediatica della bolla e il contestuale crollo di oltre l’82% del valore di mercato delle azioni , la Bio-On presentava perdite per circa 10 milioni ed un patrimonio netto in forte calo, elementi questi la cui gravità ha inevitabilmente innescato conseguenze tali da far dichiarare il fallimento della società il 20 dicembre 2019. Il crollo del valore dei titoli della Bio-On, indipendentemente dalle responsabilità civili e penali degli amministratori della società che emergeranno nel corso degli accertamenti giudiziali, ha indubbiamente provocato ingenti perdite a tutti quegli investitori che come il lettore avevano acquistato azioni della Bio-on. Ad oggi non si hanno notizie su quali iniziative verranno prese dalle autorità di controllo, tuttavia sulla base della gravità delle informazioni rese disponibili quali, l’assenza di brevetti e/o prodotti realizzati dalla società emittente, è possibile valutare se in concreto vi sia stato un inadempimento informativo da parte dell’intermediario che ha collocato i titoli ai propri clienti. Occorre infatti ricordare che nell’ambito della negoziazione di prodotti finanziari l’intermediario è tenuto a operare con la diligenza qualificata richiesta dall’art.21 TUF e a disporre dei mezzi necessari per conoscere la reale situazione in cui si trovava la Bio-on. Nel caso di specie occorre verificare e se l’intermediario, nel rispetto degli oneri informativi, abbia o meno trasferito al propri clienti, prima di collocare le azioni, le informazioni sulla solvibilità della società emittente, informandoli dei rischi e della significativa volatilità associata ai titoli. In conclusione, per rispondere alla domanda del lettore le azioni della Bio-On difficilmente troveranno  una collocazione sul mercato stante il loro valore e la probabile incapienza degli assets che garantiscano gli indennizzi agli azionisti. Suggerirei al lettore un possibile rimedio rappresentato dal ricorso all’autorità competente (ACF per investimenti fino a 500 mila euro) qualora l’acquisto delle sue azioni non sia stato preceduto da una adeguata e completa informazione da parte dell’intermediario nel qual caso vi sarebbe l’eventualità di ottenere un risarcimento.

Avv. Massimiliano Elia

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